Cosa bisogna fare per installare le telecamere?


VIDEOSORVEGLIANZA: SICUREZZA O LESIONE DELLA PRIVACY?

TUTTA QUESTIONE DI REGOLE!

 

La videosorveglianza è un tema molto dibattuto, a prescindere che interessi ambienti privati o, ancor di più, ambienti lavorativi.

Mettiamo subito in chiaro che in ambito privato non c’è bisogno di autorizzazioni della polizia per le telecamere domestiche a meno che queste non riprendano anche spazi pubblici. Se per esempio hai paura che si verifichino dei furti in casa o che qualche condomino troppo curioso possa avvicinarsi alla porta per origliare o annusare quello che stai preparando per cena, sappi che puoi benissimo installare una o più telecamere sul pianerottolo.

La più che ottima notizia è che per le telecamere private non c’è bisogno di autorizzazioni: né da parte della polizia né dell’assemblea di condominio. Noi comuni mortali non dobbiamo rispettare tutte le formalità previste dal Codice Privacy, dobbiamo solo evitare di riprendere zone soggette a pubblico passaggio. In questo caso scattano tutte le limitazioni previste dalla legge, soprattutto in merito alla conservazione dei dati e all’informazione dell’utenza. Nel caso in cui tutti noi fossimo “il condomino curioso” al massimo ci possono riprendere solo le scarpe! …impedendo così il riconoscimento della persona.

Se fosse invece un’impresa a voler installare delle telecamere di sicurezza, essendo ambiente pubblico e specialmente lavorativo, la questione si fa più bollente. Sicuramente ci sono regole da rispettare. Vediamole insieme!

Lo statuto dei Lavoratori con l’art. 4 della Legge 300/1970 pone il divieto di impianti con finalità di controllo a distanza dell’attività lavorativa, chiaramente fatta eccezione di esigenze organizzative, produttive o di sicurezza.

Tutte le aziende che optano per la videosorveglianza con registrazione e/o visione delle immagini sono soggette alla Richiesta di Autorizzazione della Direzione Provinciale del Lavoro.

È qui che scattano per le imprese tutta una serie di adempimenti, quali ad esempio conservare le immagini per un periodo di tempo limitato (tipo 24 ore), l’obbligo di esporre l’informativa, l’avviso che riporti gli elementi dell’articolo specifico del Codice Privacy (oggi GDPR), l’obbligo di incaricare delle persone addette alla visione delle immagini, e così via…insomma un sacco di obblighi!

E ancora, nel caso in cui il sistema di videosorveglianza fosse collegato alle forze di Polizia occorrerà chiaramente un altro cartello informativo specifico. Dobbiamo precisare che rimane comunque inammissibile, anche per la legge, l’installazione di telecamere in luoghi riservati ai lavoratori o non destinati all’attività lavorativa (primo fra tutti il bagno, armadietti, spogliatoi e naturalmente luoghi di svago durante le pause dal lavoro).

Per essere a norma e chi più ne ha ne metta si dovrà quindi:

  • Informare il personale dipendente tramite un accordo con la Rappresentanza Sindacale aziendale o in sua assenza chiedere l’autorizzazione alla Direzione Provinciale del Lavoro (e questo deve esser fatto preventivo all’installazione)
  • Indicare con apposita modulistica la posizione delle telecamere
  • Stilare un documento interno sulle motivazioni e il tipo di videosorveglianza nell’area aziendale e così via… …possiamo aiutarvi a saperne di più!

Dopo tutto, si potrebbe sperare che tutte queste informative almeno facciano cambiare idea a qualche malintenzionato!

Se ti occorrono i moduli, qualche dritta su come compilarli oppure vuoi che ci occupiamo noi di tutta questa parte burocratica, chiamaci all’ 800 766 282 oppure scrivi a info@ethicasrl.it